Ci avviciniamo alla Santa Pasqua, ed i miei Auguri sono quelli affinché la Pace diventi Certezza. In un’epoca in cui l’unica certezza è l’incertezza, perché viviamo infiniti cambiamenti, gioviamo di importanti progressi, ma alla fine siamo sempre lontani dal raggiungimento della Serenità e dalla vera essenza della vita: vivere in Pace, con se stessi e con il mondo circostante, la Pace si presenta come unica via di salvezza. Siamo vittime di noi stessi, del nostro egoismo ed individualismo. Siamo incapaci di accettare la diversità e l’inclusione, garantendo quella Equità e quella Giustizia (sociale, civile e legale) che sono i cardini di una vita di Pace ed in Pace!!!
A tal fine, piccole riflessioni sulla Pace:
La parola PACE offre diversi significati; in termine religioso indica la pace dell’anima, dunque un dono di Dio, una beatitudine. In termine laico, è una condizione sociale, in quanto indica l’assenza di conflitti tra due o più Stati; ma asserisce anche ai rapporti personali, interpersonali o collettivi, in quanto vivere in “Pace” simboleggia l’armonia tra gli individui. Armonia, serenità, comunione di intenti, sono concetti astratti, perché, per quanto siano auspicati ed invocati dall’essere umano, nella realtà oggettiva della vita quotidiana sono un’utopia. Infatti, l’uomo ha dimostrato di essere e di avere un atteggiamento miope dinanzi alla storia ed a ciò che essa insegna: perché l’uomo oltre ad essere omicida è anche suicida, perché entrare in guerra, oggi, significa usare una guerra nucleare, che estinguerebbe l’umanità. Dunque nulla ha imparato l’uomo dai propri orrori.
È importante, dunque, oltrepassare la tradizionale avalutatività (che fa sempre comodo ad ogni Stato) in tema di guerre e scelte strategiche o logiche di potere, sottese sempre ad interessi economici, per soffermarsi sul processo importante e faticoso di democratizzazione che i paesi dell’occidente hanno progressivamente introdotto. Infatti, dopo la seconda guerra mondiale, l’uomo ha deciso di stipulare e garantire la “Pace” e dunque si sono susseguiti una serie di trattati, convenzioni e patti. Tuttavia, per proteggere e preservare la Pace, qual è la misura precauzionale di uno Stato? Interessante domanda a cui segue una profonda riflessione, se si pensa che in ogni Stato esiste un esercito militare pronto a difendere la pace, con le armi. In questo contesto, una nota di merito va rivolta a personaggi come Ghandi, Martin Luther King, Nelson Mandela che hanno saputo conquistare con azioni di massa popolare non violente e pacifiche, liberazioni e vittorie. Dunque, testimonianza attiva di come non è l’arma, non è la guerra e l’uso della violenza a determinare ed assicurare vittorie.
È sull’onda di questi esempi che necessita e diventa opportuno che cresca e si avvalori una nuova concezione che sia razionale e che definisca la soluzione dei conflitti in modo “pacifico”.
Ma ancor prima di palare di Pace tra i popoli, occorre parlare di Pace in se stessi, di Pace nella propria famiglia, di Pace nella propria città. Infatti, la violenza, dunque l’antagonista della Pace è presente in ogni forma ed essenza nel quotidiano. Ritengo importante, dunque, non banale, scontato o retorico, ricordare che la Pace per essere garantita all’esterno, deve governare e regnare in ognuno di noi, in ogni essere umano. Perché la Pace esterna non giova se non c’è quella interiore; e se manca la Pace interiore, giammai potrà aversi la Pace esterna. Non è uno sciogli lingua, ma una consequenzialità naturale.
Quando parliamo di Pace, pertanto, pensiamo e badiamo alla Pace in noi stessi, che costituisce il primo e fondamentale passo per garantire la Pace collettiva. Dinanzi alle immagini di bambini morti, ci irrigidiamo, ci arrabbiamo, ci indigniamo, ma con quali sentimenti? Quelli di vendetta, che alimenterà altro odio e altra sete di vendetta? Quelli bellici, per garantire Pace e Libertà con bombe “intelligenti” e guerre “giuste”? O quelli razionali ed Umani tesi a sconfiggere il male, l’egoismo, il potere, l’interesse economico nazionale e sovranazionale con la non violenza?
Mi viene in mente un episodio a cui ho assistito da piccola e che ha radicato in me la profonda convinzione che la violenza fisica, che l’uso delle mani, non solo è disumano ma ingiustificabile e diseducativo: un padre, assistendo al bisticcio tra due fratelli, intervenne in modo violento, punendo fisicamente il figlio più grande, perché non doveva picchiare e dunque usare la violenza nei confronti dell’altro fratello e di nessun altro in genere!! Incoerenza! Ingiustizia! Pensai a come si dovesse sentire quel bambino, e quale valore avessero le parole del padre, laddove usava la violenza fisica per impedire l’uso della violenza stessa! Due messaggi così opposti e contraddittori. Era chiaro per me che il risultato ultimo e finale sarebbe stato l’assoggettamento psichico e fisico del bambino all’uso della forza, inculcandogli che la violenza è la sola ed unica “arma” di difesa e di ragione. Anche qualora quel genitore avesse agito in buona fede, ricorrendo all’istinto, o alla sua educazione, il risultato sarebbe stato sempre pessimo. Anche perché quel genitore è intervenuto senza conoscere le motivazioni dell’uno e dell’altro, senza sapere chi avesse iniziato, chi avesse ragione o torto, senza considerare che entrambi avevano sbagliato facendo ricorso alla violenza.
Ed invece di cogliere l’occasione per insegnare loro lo strumento (l’Arma) del dialogo, del confronto, della tolleranza, del rispetto, della pazienza, della Pace, ha inevitabilmente rimarcato la supremazia e la valenza della forza bruta sulla ragione. Personalmente odio e condanno la violenza, in ogni sua forma e manifestazione. Ho sempre preferito usare l’arma della parola, del pensiero e dinanzi a situazione estreme della legge. Non riuscirei mai a fare del male a nessuno, nemmeno ad un animale pericoloso e selvaggio. Amo la vita e la rispetto. Per quanto riguarda la pace interiore, mi rendo conto che appartiene a poche persone, che saggiamente lasciano fuori le loro anime ogni tipo di affanno, di attesa e di desiderio, appagandosi per quel che il destino riserva loro. Tuttavia, anche se non diventeremo mai Saggi, riuscire a trovare un equilibrio ed un compromesso con se stessi, sicuramente ci renderà la vita più leggera e pacifica.
Buona Pasqua e Felice Pace