Figli di un “treno” minore – Parte prima

Metropolitana di Napoli: Linea 2 

pozzuoli-stazione_metropolitana_fsC’era una volta la “Metropolitana”. E per essa si intendeva ed alludeva solo ed esclusivamente a quella che partiva da Napoli ed arrivava a Pozzuoli, e  che oggi viene denominata e contraddistinta come Linea 2. Come in ogni fiaba, anche nella vita reale, accade che quello che prima era una ricca principessa diventa all’improvviso e per fatalità  “povera”, magari a causa dell’arrivo di una “matrigna” che ama rendere la vita difficile alla figliola; in questo caso, per “piccola principessa”,  si afferisce al cittadino puteolano e  per “matrigna” ci si riferisce alla tecnologia, al progresso, al MAL GOVERNO, ed al becero guadagno che per cieca avidità usurpa i diritti della “sua” figliastra.

Infatti, la “piccola principessa, (ossia la cittadinanza puteolana), è costretta con il passar del tempo ad essere scalzata, discriminata e  “tartassata” dalla matrigna, la quale per interesse economico e per mancanza di etica ed impegno civile, la lascia marcire abbandonata a se stessa e privata di un suo diritto fondamentale, la mobilità.

Ella, non solo subisce disservizi, ritardi, una gestione pessima e di cattiva qualità, ma viene anche penalizzata nel costo, dovendo pagare tanto, molto di più rispetto al fratellastro (cittadino napoletano), che gode, invece, di benefici maggiori e di servizi qualitativi eccellenti ad un minor costo. Che vita triste e dura per la “piccola principessa, perché si sente sola, non sa come reagire e come difendere i suoi diritti, soprattutto quando le si vuol far credere che non è colpa di nessuno, che anzi, lei è la vera responsabile in quanto figliastra, e pertanto, in quanto tale non può che meritarsi di essere trattata in tal modo.

Colpa sua se vive in un luogo un po’ più lontano, che si chiama Pozzuoli, e che gode della dicitura di luogo extraurbano. Non ha dunque ragion di lamentarsi. Deve solo pagare. E subire. E non fa niente che non ha la possibilità di viaggiare in poco tempo, dovendosi accontentare di un mezzo di trasporto che, per pochi km, impiega anche un’ora di orologio; non fa niente che spesso le corse ritardano, che durante il tragitto è costretta a fermarsi, oppure cambiare il mezzo di trasporto; non fa niente che le corse sono ridottissime, per cui molto spesso è costretta ad utilizzare altro tipo di trasporto, privandosi di un suo diritto e privilegio. La colpa è sempre  e solo della “piccola principessa, che non deve guardare al fratellastro con invidia, perché non è colpa di quest’ultimo se può servirsi della STESSA LINEA DI TRASPORTO, dunque degli stessi mezzi, pagando quasi il 70% in meno. Che fa se il fratellastro, magari, compie anche più km, lui è napoletano, lui fa parte della rete urbana, che poi sia una percorrenza identica o maggiore, non è colpa di nessuno. Già. Mica la colpa è della matrigna. No!!! Mica la matrigna deve provvedere a che ci sia giustizia, equiparazione ed UGUAGLIANZA. Ma per carità. Anzi, vuoi mettere, così le casse della matrigna si arricchiscono, ed il problema è della  “piccola principessa, dunque di tutti coloro che essendo puteolani devono servirsi della rete di trasporto pubblico. Allora, non resta altro che venga “un mago” o  “una fatina”, che restituisca dignità ed uguaglianza. Non usando poteri magici, ma semplicemente rassicurando la “piccola principessache non è sola, che quello che sta subendo è un’ingiustizia sociale e costituzionale, e che, dunque, grazie ed attraverso la sua consapevolezza, nonché alla coesione con tutti gli abitanti della città, potrà rivendicare i torti subiti e non consentire più che questo accada ancora. Soprattutto per il futuro di tutte le “principessine” come lei che hanno diritto ad essere trattate come fratelli, con uguaglianza e rispetto verso tutti gli altri fratelli della città e del mondo. Perché è la “piccola principessa”, dunque il cittadino, colui che sceglie la sua storia ed il suo futuro, magari eleggendo una mamma anziché una “matrigna”, che si occupi di lui, dei suoi bisogni e delle sue necessità, in ossequio ed in ottemperanza alle leggi dello Stato; dunque senza trucchi, inganni, preferenze o artifici.

La fine  di questa favola è rinviata nell’attesa del lieto fine.…

Un saluto, un sorriso

maria-grazia